Buon anno nuovo, anno vecchio addio e grazie per averci almeno lasciati in vita

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Oggi e' la festa, domani l'anno nuovo.

Ricordate coloro che venivano a intonare la filastrocca davanti alla porta di casa per raggranellare cinque o dieci lire, 50 al massimo?

L'anno vecchio si merita peste a corna in quantita' industrali, ma di una cosetta dobbiamo essergli grati: a noi ci ha risparmiato.

Chi sta leggendo e' ancora in questa valle di lacrime, malcombinati con acciaccature varie nel corpo e nella mente, ma comunque ci siamo, piu’ o meno pronti ad affrontare le incognite del 2021.

All'anno nuovo normalmente si chiedono molte cose, soprattutto salute e soldi.

Affammocca solitudine

vogliamo tornare sardine.

Stavolta al primo posto nella lista delle priorita' di tutti c'e' l'augurio che si possa tornare nel branco, nuotare fianco a fianco (con chi si vuol bene) come fanno le sardine, quelle vere non le fasulle.

“La lontananza sai è come il vento, che fa dimenticare chi non s'ama”. 

Cosi' cantava il grande Modugno, sbagliando secondo me.

Perche' se la lontananza fa scordare davvero l'amore per figli, nipoti, parenti ed amici assortiti, oggi saremmo pieni di niente, vuoti, soli, tristi.

Ridiventare sardine significherebbe essere tornati alla vita normale, quella ante virus, quando baci ed abbracci non solo erano consentiti ma obbligatori.

Ecco, l'augurio che estendo a tutti e' che l'anno nuovo porti quintalate di baci ed abbracci.

Oltre a tanta salute e tanta serenita', naturalmente.

*Affammocca e' la versione napoletana e signorile della parolina piu' volgare con la quale si manda a quel paese chi o cosa ha fatto malecreanze.

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