I predoni scozzesi ci salvano dai politically correct
Un quadro dei Predoni scozzesi in azione
Odoardo Di Santo
La crisi di governo in Italia mi ha procurato un “collateral damage” per colpa della parola “Blackmail” innocentemente pronunciata e mi ha fatto pensare che avevano ragione gli antichi quando dicevano che ne uccide piu' la parola che la spada.
E' noto che molti eventi storici hanno avuto origine con frasi rimaste famose.
“Alea iacta est”, cioe' “il dado e' tratto” disse Giulio Cesare.
Attaverso' il fiume Rubicone, onestamente un rigagnolo, e attacco' Roma divenendone dittatore.
“Ecce homo” disse Pilato presentando Gesu' ai Giudei.
“Ho un sogno” disse Martin Luther King .
“Qui si fa l’Italia o si muore” Garibaldi.
“Abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani”, Massimo D’Azeglio
Ed infinite altre frasi rimaste nell’immaginario popolare.
Mai avrei pensato che pronunciare prosaicamente e per caso la parola “blackmai” mi avrebbe lasciato impigliato nei meandri dell’incandescente dibattito sul razzismo.
Un amico italiano mi ha telefonato per chiedermi cosa penso della crisi politica italiana.
Premessa la mia limitata conoscenza dell’intricato ed incomprensibile labirinto dei riti della politica di laggiu' ho espresso stupore per il fatto che Renzi Matteo dopo aver fatto cadere il governo ora ritorna alla carica, al centro degli eventi.
Ho concluso dicendo che se accettano riammetterlo dopo aver causato la crisi di cui nessuno capisce le ragioni fara' passare' guai al premier perche' “ha natuta ricattatoria e quindi usa il blackmail”.
Ho notato un momento di sospensione all’altro capo del telefono.
Mi ha quindi detto testualmente : “Da te non mi aspettavo una espressione cosi razzista”, lasciandomi interdetto e senza parola.
Fine della conversazione.
Ho ripensato alla conversazione e in verita' mi sono sentito un po' colpevole anche se inconsapevolmente.
Ed ho voluto scoprire le ragioni del mio supposto crimine.
Ho scoperto in partenza che talora essere “politically corretto” ci mette dalla parte dei vecchi pignoli che cercano il pelo nell’uovo come si diceva in tempi innocenti.
Blackmail lo usiamo tutti per dire ricatto, senza pensarci.
Mi son chiesto ma cosa e' questo dannato blackmail.
Avra' a che fare con lo schiavismo, la segrazione razziale o che diavolo puo' avere a che fare con i neri .
Dopo affanose ricerche ho scoperto che per capire il blackmail dobbiamo andare indietro di secoli nel medioevo ai confini di Inghilterra e Scozia a quei tempi e non solo in guerra perenne.
La Scozia rivendicava (e rivendica) l’indipendenza che l’Inghliterra ha sempre negato.
I confini erano infestati da ladri e predatori che razziavano e saccheggiavano i villaggi che per essere lasciati in pace dovevano sottostare ai soprusi e dovevano riscattarsi pagando ai predoni che si chiamavano Board Reivers il tributo o in natura con grano patate, lavoro o in danari.
In cambio dell’immunita' , quasi sempre temporanea.
Il tributo in natura si chiamava “reditus nigri”, quello con monete d’argento “reditus albi” cio' bianco.
Nella antica lingua gaelica “blacthaich” significava protezione e “male” pagamento da cui deriva blackmail.
Nel 1322 ai confini di Inghilterra e Scozia non c’era ombra di neri.
Grazie ai predoni angloscozzesi siamo liberi di usare il loro blackmail senza offendere i politically correct che cercano il pelo nell’uovo.