Riaddormentarsi con i rigori del 2006

- Tra un mese saranno 20 anni dall’ultimo trionfo mondiale. Penalizzati da Infantino se arriviamo al prossimo -

Andrea Pirlo dopo il primo rigore della finale mondiale di Berlino.

di Nicola Sparano

Pirlo, Materazzi, De Rossi, Del Piero, Grosso.

Quando di notte il sonno non arriva, invece di contare le pecore, rivedo nella capoccia quei cinque storici rigori di Berlino 2006.

Il primo sul dischetto e’ Pirlo, il “maestro” non guarda la porta, non ne ha bisogno sa dove e’: botta secca a destra del portiere, gol.

Il secondo e’ colui che ha fatto perdere la testa a Zidane, Materazzi: l’arbitro gli fa posizionare una seconda volta il pallone, lui non perde la concentrazione: il tiro a mezz’altezza gonfia la rete alla sinistra del pelato Barthez: 2-1.

Il terzo e’ De Rossi che ha ancora nelle orecchie il grido del telecronista - Non e’ rete, non e’ rete – dopo la traversa colpita da Trezeguet: Daniele sa che e’ sua la responsabilita’ di sfruttare l’errore del francioso, non si perde in fronzoli, ricorsa breve e cannonata alta sulla destra: 3-1.

Il quarto e’ Del Piero, volto impassibile sotto la zazzera tagliata quasi a zero, concentrazione massima, botta imparabile: 4-3.

Il quinto e’ Grosso, colui che in semifinale ha messo kaput la Germania.

E’ il meno famoso dei rigoristi che lo hanno preceduto.

Lippi si alza gli occhiali dal naso e si stropiccia gli occhi, forse chiedendosi se ha fatto bene nel dare fiducia al terzino invece che ad un bomber.

Grosso vince la scommessa, la rete di Barthez si gonfia per la quinta decisiva volta.

Il flashback si chiude col il grido “Campioni del Mondo, Campioni del modo” ma l’ultima immagine e’ un gigantesco VAFFANCULEN rivolto a Blatter, il corrotto boss della Fifa che si rifiuta di consegnare il trofeo a capitan Cannavaro.

Che Blatter, vaffanculen di nuovo, fosse anti-italiano era noto sin dai tempi in cui era segretario della Fifa quando nel mondiale Under 16 – che si disputo’ a Toronto nel 1987 - fece in modo che gli azzurrini fossero battuti in semifinale dalla Nigeria (due rigori negati, a loro gol in fuori gioco) perche’ a lui servivano i voti degli africani per diventare presidente della Fifa, come purtroppo accadde.

Da presidente della Fifa Sepp Blatter fece di peggio nel 2002, quando per favorire la Corea del Sud congiuro’ con arbitri compiacenti e corrotti per battere ed eliminare immeritatamente prima l’Italia e poi la Spagna.

Dopo Blatter alla presidenza della Fifa e’ arrivato Infantino, prima ancora c’era Joao Havelange.

Havelange, boss del calcio mondiale per 24 anni, dal 1974 al 1988, per Maradona era un corrotto a capo di una organizzazione corrotta, ma non fu mai preso con le mani nella marmellata come Blatter.

Ora al vertice del calcio c’e’ Gianni Infantino: elvetico di nascita, radici italiche, padre e’ calabrese (Reggio Calabria) madre lombarda.

A quanto e’ dato di sapere, non ha fame di soldi ma di “fama”, fama nel senso di notorieta’ e gloria, non per niente e’ diventato pappa e ciccia con quel megalomane di Donald.

Infantino ha allargato il numero delle squadre partecipanti al mondiale, da 32 a 48.

Il bello e’ che questo “allargamento” non significa che “il piu’ e’ meglio”, nel senso che al tavolo dei grandi sono ammesse squadre di Paesi minuscoli (Curacao, Capo Verde) mentre per la competivita’ del mondiale sarebbe stato piu’ logico ampliare maggiormente la partecipazione della zona Uefa dove abbondano gli squadroni che hanno fatto la storia del calcio.

Con il nuovo formato l’Europa ha 16 posti, invece che 13.

Nei 16 che arriveranno da questa parte dell’Atlantico speriamo ci sia anche l’Italia che e’ attesa da due partite vita mea mors tua.

Se la disastrata nazionale italica dovesse farcela – tutti a toccare ferro e stranguliones – si troverebbe comunque a scalare una montagna perche’ sarebbe sorteggiata in gruppo di ferro, o delle morte se preferite.

E qui casca l’asino, cioe’ Infantino.

Il nuovo compare di Donald ha infatti stabilito che l’Italia, qualora qualficata, sarebbe posizionata nella quarta e ultima fascia del sorteggio. Come a dire che nel gruppo azzurro ci saranno tre squadroni pescati dalle fasce 1,2 e 3. Per superare il turno bisogna arrivare tra le prime due, oppure sperare di essere tra le migliori terze.

Comunque la si metta, per l’Italia il mondiale dell’imminente anno nuovo e’ appeso ad un filo, anzi due perche’ e’ imperativo vincere due partite, se perdi la prima That’s All Folks.

Dunque, prepariamoci a soffrire, prima da qui a marzo, poi eventualmente a luglio.

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