Azzurri lenti, disordinati ed anche senza palle

di Nicola Sparano

 

Siam pronti alla morte…

Hanno cosi’ cantato in Norvegia i nostri pedatori in mutante.

Mai verso fu piu’ menzogniero,  bugiardo, insincero, mentitore, falso, ingannevole, illusorio, fallace, simolutario, ipocrita e scusate se mi fermo.

Morire per la patria e’ roba passata, per fortuna.

Ma anche se fosse necessario li vedresti voi questi ragazzi (in Italia tutti sono ragazzi anche oltre la trentina) in prima linea?

A Oslo non si doveva rischiare la pelle, ma lottare e soffrire per : 1) non compromettere, per la stramaledetta terza volta, il sogno mondiale; 2) dimostrare di poter giocare almeno alla pari con la Norvegia, la Norvegia mica la Spagna, o la Francia, o la Germania.

Invece, invece.

Coloro  che erano pronti alla morte ci hanno fatto santiare e ingoiare secchiate di bile dimostrando che il nostro calcio malato di tatticismo e corsa all ’indietro, può anche funzionare in casa, ma in Europa, non vai lontano.
Mosci, lenti, disordinati, ed  anche senza palle.

E dalla panchina nulla, forse la pioggia ha bagnato anche il cervello di Spalletti.

Direte, diranno, diciamo questo e’ quello che passa il convento del nostro calcio.

Ma da che calcio e’ calcio in campo si gioca anche con il cuore.

Spalletti, oltretutto, non ha saputo accendere almeno un focherello sotto le chiappe di coloro che ha scelto per rappresentare l’Italia, soprattutto quella sparpagliata per il mondo che soffre per le batoste.

Perdere ci sta, ma almeno facciamolo a testa alta.

 

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