Carney: “Il Canada non è in vendita”. Trump: “Mai dire mai”

(Incontro tranquillo, senza scazzi del presidente che puntualizza: “Non abbiamo bisogno di nulla di ciò che hanno”. Nessun progresso sui dazi)

Trump e Carney faccia a faccia


di Nicola Sparano

 

Tranquillo, a volte con un mezzo sorriso sulle labbra, a volte con una delle sue caratteristiche smorfie.

Il presidente Trump ha non ha trasformato il primo faccia a faccia con il neo-premier del Canada, Mark Carney, in una rissa verbale  come quella con Zelewsky.

L’incontro  è andato apparentemente bene, considerando le premesse.

Poche ore prima dell’arrivo di Carney il presidente che studia di dittatore aveva twittato la solita solfa sul 51mo stato.

A tal proposito c’e’ stato un botta e risposta tranquillo ma deciso.

“Non siamo in vendita e non lo saremo mai”, ha chiarito subito Carney. “Lei come palazzinaro sa che alcuni posti non si possono comprare”.

 Trump ha replicato “mai dire mai”, insistendo sui presunti vantaggi per il Canada se diventasse il 51esimo Stato USA per tutto il colloquio.

Trump ha poi assicurato di “voler essere amico del Canada, al di là di tutto.

 Sull’altra e forse più pressante questione, quella delle tariffe, almeno ufficialmente non è stato compiuto alcun progresso. Poco prima di ricevere il premier alla Casa Bianca, Trump aveva sferrato un durissimo attacco contro il vicino sui social. “ Desidero tanto lavorare con Carney, ma non riesco a capire una semplice verità: perché l’America sovvenziona il Canada con 200 miliardi di dollari all’anno, oltre a fornirgli protezione militare gratuita e molte altre cose? Non abbiamo bisogno delle loro auto, della loro energia, non abbiamo bisogno del loro legname, non abbiamo bisogno di nulla di ciò che hanno, a parte la loro amicizia, che speriamo di mantenere sempre. Loro, d’altra parte, hanno bisogno di tutto da noi!”. E quando un reporter ha chiesto se ci fosse qualcosa che Carney possa dire per far annullare i dazi contro il Canada Trump ha risposto un secco “no”, salvo poi dichiarare che gli piacerebbe stringere un “nuovo accordo commerciale” con il vicino.  

   

Ecco quattro spunti di riflessione tratti dall'incontro :

 1) Il Canada non è in vendita

Carney ha sfruttato l'incontro per dire in faccia a Trump ciò che ha ripetuto ai canadesi da quando è diventato primo ministro: il Paese non è in vendita.

Quando i giornalisti gli hanno chiesto della sua proposta di far diventare il Canada il 51° stato degli Stati Uniti, Trump è sembrato ritrattare, ammettendo che "per ballare il tango ci vogliono due persone". Ma poi ha affermato che il Canada otterrebbe un "enorme taglio delle tasse" se diventasse uno stato americano.

  Carney ha ribattuto: “Il Canada ripeto non è in vendita. Non sarà mai in vendita”. Più avanti, durante l'incontro, Trump ha riproposto l'idea, dicendo a Carney e ai media presenti: "Io dico, mai dire mai".

"Mai, mai, mai, mai, mai", sembrava dire Carney a bassa voce.

2) I dazi rimangono

Un compito importante per Carney e il suo team è comprendere meglio la logica – se ce n'è una – alla base dei dazi sui prodotti canadesi e trovare possibili vie d'uscita.  

Verso la fine dell'incontro, a Trump è stato chiesto se Carney o la delegazione canadese potessero offrire qualcosa per la rimozione dei dazi.

"No", ha risposto, aggiungendo che "è semplicemente così che stanno le cose".

3) Entrambe le parti prevedono un accordo commerciale rivisto

Durante l'incontro si è parlato delle relazioni commerciali tra i due Paesi, con Trump che ha manifestato il suo interesse a rinegoziare aspetti chiave dell'accordo di libero scambio tra Stati Uniti, Messico e Canada (USMCA), definendo il precedente accordo, il Nafta, "il peggiore nella storia del mondo".

 Carney ha respinto la caratterizzazione di Trump dell'accordo attuale, incluso l'uso di dazi da parte dei funzionari americani, ma ha concordato che l'accordo esistente costituisca un "quadro" per futuri colloqui e una "discussione più ampia".

"Siamo il principale cliente degli Stati Uniti, considerando tutti i beni", ha affermato.

 4) Trump vuole solo essere amato

Alla domanda dei giornalisti su quale potrebbe essere la maggiore concessione che il Canada potrebbe offrire, Trump ha risposto "amicizia".

A proposito, forse qualcuno ricorda questo proverbio: "Dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io"

  

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