Fabio Rizi: Benedetto Croce, La Difesa del centro
Fabio Fernando Rizi è un abruzzese da tempo emigrato in Nord America, precisamente a Toronto, in Canada. Studioso e docente di Storia e filosofia nella locale Università, ha dedicato la sua attenzione allo studio e alla divulgazione dell’opera di Benedetto Croce, facendo conoscere l’opera del filosofo. La difesa del centro e’ il suo settimo libro.
Benedetto Croce è stato un filosofo, storico, scrittore, politico e critico letterario italiano, nato a Pescasseroli (AQ) il 25 febbraio 1866 e morto a Napoli il 20 novembre 1952. È considerato una figura di spicco del pensiero filosofico del XX secolo, noto soprattutto per la sua filosofia dello spirito e per il suo contributo alla storiografia e alla critica letteraria.
di Odoardo Di Santo
Lo storico Fabio Rizi ha dato alle stampe il nuovo volume su Benedetto Croce: La difesa del Centro, che va ad arricchire le numerose precedenti pubblicazioni dello stesso autore che hanno arricchito gli studi crociani non solo di ricche analisi dell’opera e del contributo del filosofo alla vita culturale e politica ma anche una originale rivalutazione e revisione di Croce che era stato malinteso e criticato a causa delle rigide posizioni esacerbate dalle tensioni ideologiche del dopo guerra .
Le sinistre e specialmente i comunisti tendevano ad ostracizzare gli intellettuali di convinzioni liberali dipingendoli tout court come reazionari.
Gli scritti politici di Croce e particolarmente i discorsi pronunciati come Presidente del Partito liberale secondo Rizi riflettono le aperture, sociali e le sue simpatie politiche come il sostegno a Nenni come candidato apresidente della Repubblica, fanno giustizia delle accuse dei suoi critici e avversari che lo accusavano di essere conservatore.
Fabio Rizi si innamorò di Benedetto Croce quando era impegnato all’università di Toronto negli studi per il dottorato in storia italiana moderna che culminò con la tesi sul filosofo incidentalmente suo conterraneo abruzzese.
La tesi fu pubblicata dalla University Press dell’Università’ con il titolo “Benedetto Croce ed il fascismo italiano” in riconoscimento della ricchezza e solidità delle ricerche e la sua rigorosa ri-valutazione del filosofo e del suo cruciale ruolo nella vita intellettuale dell’Italia nella prima metà del 20.mo secolo ed il suo ruolo di oppositore del regime fascista.
Il libro fu anche tradotto in italiano grazie alla sponsorizzazione della Fondazione Pescara Abruzzo e Brigata Maiella.
Alla presentazione dell’edizione italiana presso l’istituto Italiano di Cultura, Marta Herling, nipote del Filosofo abruzzese, nonché Segretaria Generale dell’Istituto Italiano di studi storici fondato da Benedetto Croce, nel lontano 1946, qualificò la sua presentazione come testimonianza di affetto verso Fabio Rizi.
Riconobbe anche nel libro di Fabio Rizi “un passo importante e la testimonianza del dialogo culturale e del ponte che Fabio ha aiutato a costruire sulla vita, il lavoro e gli insegnamenti di Benedetto Croce”.
La famiglia Croce apprezzò il prezioso lavoro certosino di Fabio Rizi e la figlia del filosofo Alda Croce fece dono alla Robarts Library di Toronto di una copia dei sei volumi di “Taccuini di lavori i diari di Benedetto Croce (1901-1949) “di cui fu pubblicato un esiguo numero di copie.
I taccuini di lavoro sono stati come una manna dal cielo per Fabio Rizi e sono divenuti una aurea miniera che gli hanno consentito di approfondire la conoscenza e l’interpretazione del filosofo e di correggere, giudizi ritenuti discutibili, errori di fatto, dichiarazioni inaccurate e interpretazioni opinabili.
Dopo aver pubblicato nel cuore dell’epidemia del Covid nel 2022 il volume “Accenti politici e polemici nei taccuini di lavoro di Benedetto Croce”, ha iniziò e portò a termine la nuova ricerca di taccuini di lavoro con l’intesa di rivalutare la concezione di Croce dell’idea liberale e della sua concezione di una società aperta.
Rizi cita le numerose occasioni allorché’ Croce ribadì il concetto di “patria e libertà, alla base del pensiero liberale che per il filosofo affondavano le radici nelle lotte del Risorgimento Italiano.
E cita come la posizione di Croce fu riaffermata il 3 dicembre del 1947 al congresso del partito liberale .
Croce affermò che” l‘idea liberale contiene in se stessa il suo programma
economico che consiste nell’accettare e promuovere e proporre tutte le riforme che si stima di dover introdurre con l’unica condizione che esse mantengano e accrescano negli uomini la liberta’ alla cui salvezza e prosperita’ tutte debbono essere commisurate perche ‘essa fa tutt’uno con la vita morale”
Il volume copre gli anni della guerra e del dopoguerra, con particolare rifermento all’opera cruciale di Croce nel periodo dal 1943 al 1945 allorché’ il filosofo fu importante protagonista della cosiddetta svolta di Salerno che condusse alla formazione del governo democratico di cui fece parte Palmiro Togliatti che ,rientrato dalla Russia, annunciò i termini della nuova politica comunista.
Rizi chiarisce anche il contributo di Croce alla creazione del quarto gabinetto di Alcide De Gasperi nel 1947 che escluse i comunisti e socialisti dal governo dando inizio alla politica di centro che segnò il nuovo corso della politica italiana del dopoguerra.
Utilizzando diffusamente anche i Taccuini di Guerra sottolinea diligentemente la strenua difesa di Croce del ruolo di formazione di Centro del partito liberale.
Sottolinea inoltre la determinazione di Croce che ripeteva che il partito liberale doveva svolgere una funzione di partito di centro e oppose decisamente la svolta a destra quando il partito si alleò con la prima formazione populista in Italia “L’uomo qualunque” che nel 1948 provocò il tracollo elettorale dei liberali.
Croce fu inflessibile e decise di dimettersi da presidente del partito liberale.
In quell’occasione in una lettera all’amico Casati del 14 giugno 1948 sosteneva che “il partito liberale come è nella sua idea non ha preconcetti di sorta e propone e accetta in concreto tutte le riforme e tutti progressi che le situazioni storiche della politica consentono e che sono da vagliare e votare nelle assemblee ed è perciò il partito di centro” .Per Croce i valori della libertà sono permanenti ed hanno ripreso vigore a dimostrazione della sua importanza ed attualità.
Anche grazie al passaggio del tempo e l’attenuarsi delle tensioni ideologiche caratteristiche del dopoguerra, gli sudi e le accurate ricerche di Fabio Rizi hanno introdotto elementi nuovi ed originali interpretazioni consentendo una valutazione più razionale e del ruolo di Benedetto Croce e dei protagonisti di quei turbinosi avvenimenti che tra difficoltà enormi traghettarono l’Italia verso la democrazia.