La parabola di Carney da lottatore con il gomito alto a genuflesso e beffato

L’espressione di Trump la dice lunga sulle proposte di Carney

 di Odoardo Di Santo

Il Primo Ministro Mark Carney è andato a Washington, nella speranza di trovare una soluzione alla guerra dei dazi imposti unilateralmente da Trump.  

Si è seduto per una oretta nell’Ufficio ovale della Casa Bianca.

Come gran parte dei visitatori che non hanno mai la possibilità di dire molto, Carney non ha detto granché.

Ha fatto educatamente da spalla ai soliloqui del padrone di casa che, come al solito ha parlato e sparlato di tutto ciò che la sua volubile mente gli detta nello spirito del momento. Carney è tornato in Canada a mani vuote.

Niente accordo o qualcosa di concreto da dichiarare.

Quanta differenza con la prima visita lo scorso 6 Maggio scorso.   Carney incontrò Trump portando con sé la rabbia e l’incredulità di tutta la nazione canadese che non poteva credere che l’America, da sempre considerata l’alleato più caro e leale, potesse scatenare improvvisamente una guerra commerciale, senza ragioni.

Carney dal Canada portò con sé lo slogan, esploso in ogni angolo del Canada: “elbow up”(gomito alto) l’espressione dei giocatori di hockey che sollevano il gomito per difendersi ma anche per offendere i competitori.

“Il Canada non è in vendita” fu il chiaro messaggio della risposta del popolo canadese che Carney ebbe il tempo di dare a Trump, interrompendo il suo monologo.

Quest volta lo slogan è cambiato in: ”meglio insieme”, anche dopo che il padrone di casa, scherzando ha ripetuto che il Canada starebbe meglio se si fondesse con gli Stati Uniti.

Trump, futile scherzo a parte, ha suggerito, non si capisce perché, che Carney alla fine della visita avrebbe lasciato la Casa Bianca molto contento.

Ed inoltre,dopo il trattamento riservatoci, ha detto che “Carney è un grande Primo ministro ed il popolo del Canada ci amerà ancora” .

Carney inspiegabilmente sembra essere d’accordo. Infatti, ha cripticamente dichiarato : ”Noi avremo un accordo anche migliore” (We will get an even better deal).Non ha spiegato migliore di cosa.

Non abbiamo capito il perché, ma  Carney si è detto genericamente soddisfatto “abbiamo avuto una intesa reciproca (meeting of minds) sui settori dell’acciaio, l’alluminio, la cooperazione nel settore energetico sui quali le nostre squadre negozieranno”.

I pesanti dazi di Trump non sono stati cancellati su questi settori anzi seduta stante ha reiterato la necessita ‘dei dazi sugli autocarri.   

 Il ministro canadese Domenic Le Blanc, incaricato di trattare con gli americani è rimasto a Washington. Anche lui non aveva nulla da dire. Ha solo informato i media che resterà per continuare a trattare un possibile accordo.

Forse Trump notoriamente amante di chi adula il suo traboccante ego è rimasto colpito da Carney che non si è risparmiato di prodigargli una sontuosa ammirazione perché sta per concludere l’accordo per il Medio Oriente, per la prima volta nella storia.

È arduo capire cosa girasse nella testa del nostro Primo Ministro o cosa si aspettasse.

Ha definito Trump un presidente “transformative" che, nella lingua inglese è un aggettivo molto impegnativo perché descrive una persona di carattere che causa importanti, significativi e durevoli cambiamenti, in modo positivo.

I giornalisti presenti devono aver pensato ai profondi cambiamenti prodotti dalla guerra commerciale scatenata da Trump che ha sconvolto il mondo.

Non basta. Carney ha dato credito a Trump di aver dato una spinta alla Nato e di aver risolto non definite numerose crisi geopolitiche.

Forse Carney segretamente covava la remota speranza che con la sua sviscerata ammirazione avrebbe potuto ottenere qualche concessione a favore del Canada.

  Se lo pensava, la recondita speranza è rimasta nella sua mente perché non l’ha richiesto a Trump .

Decine di dazi permangono. Ne diamo rapidamente conto per il peso devastante che avranno sulla nostra vita e sulla economia canadese, se resteranno in vigore.

Trump chiamò il 2, aprile scorso "Liberation Day", (giorno della liberazione), e scatenò la guerra commerciale annunciando i dazi al Canada e a tutti i paesi del mondo inclusi quelli popolati solo da innocenti pinguini,

Il 4 giugno scorso raddoppiò i dazi su acciaio ed alluminio dal 25% al 50% e il 12 giugno giacche’ ci si trovava, ci ripensò` e vi incluse i anche dazi sugli elettrodomestici, come frigoriferi e lavastoviglie.

Due settimane fa, nello spirito di collaborazione tra Canada e USA Trump, ha imposto il 25% di dazi sugli autocarri medi e pesanti, per proteggere l’America dalla competizione straniera. Però, bontà sua, non subito ma dal primo novembre.

Negli accordi commerciali con il Giappone e l’Unione Europea gli stati Uniti si sono accordati per il 15% di dazi sugli autocarri.

Carney non aveva fatto ancora in tempo a tornare in Canada a mani vuote, forse sognando il suo “accordo anche migliore” che il Segretario al commercio americano Howard Lutnick ha dichiarato brutalmente  a centinaia di  banchieri e uomini d’affari che   il presidente Trump vuole l’assemblaggio di tutte le sue macchine in America e che il Nord America, cioè` Messico, Canada e Stati Uniti non avrà più’ un regime di libero scambio.

Dal primo ottobre Trump ha pensato di allargare la rete ed ha imposto dazi su mobili di cucina, dei bagni e sui mobili imbottiti.

Trump pensa proprio a tutto ed ha annunciato il 100% di dazi sui prodotti medicinali e farmaceutici di marca, a meno che le case produttrici non abbiano già iniziato i lavori di costruzione degli stabilimenti negli Stati Uniti

Decine di migliaia di canadesi hanno perso il lavoro a causa dei dazi e molte migliaia di canadesi sono a rischio.

Noi stiamo subendo la guerra scatenata da Trump che ha rinnegato il trattato con Canada e Messico da lui stesso negoziato nel 2020.

I cronisti hanno notato che Trump nel suo soliloquio si è vantato di inviare l’esercito nelle città governate dai democratici e del suo progetto autoritario negli USA.

  Carney sedeva con faccia impassibile e talora annuendo non si capiva se per approvare o per dire di aver capito.

Secondo noi Carney non ha capito i Canadesi e la sua acquiescenza a fare concessioni alla politica aggressiva di Trump possono pregiudicare il futuro del Canada.

Siamo arrabbiati ed offesi perché Trump con i dazi continua la  ostile minacci del nostro sistema di vita, crea condizioni di instabilità economica, di perdita di posti di lavoro e di insicurezza per il nostro futuro e per le future generazioni, oltre a creare una situazione da noi non voluta di scontro con gli Stati Uniti.

Inoltre, le sue politiche interne di divisione di odio di vendetta, di sovvertimento delle istituzioni internazionali, la demolizione del sistema legale basato sui diritti, facendo del governo lo strumento di arricchimento personale e per regolare i conti personali usando il sistema della giustizia come arma contro i suoi avversari

Sono tutti fattori che hanno minato la concezione che avevamo dell’ America.

Qualcuno si aspettava una dichiarazione che dicesse suppergiù: “Il Canada vuole ignorare tutti gli aumenti dei dazi americani. Anche se gli Stati Uniti continuano a imporre nuovi dazi non fa senso economico e diverrà una farsa nella storia del mondo dell’economia.”

Non l’abbiamo sentito dal governo canadese. L’ha detto il ministro delle finanze cinese.

Trump che aveva imposto dazi fantomatici alla Cina, ha fatto marcia indietro e nell’ultima telefonata con il Presidente cinese  Xi Jinping   lo ha lodato dicendo che  e’ una persona piacevole (nice).

 

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