La verita’ su tasse e tariffe
Per rifare grande l’America Trump sta usando principalmente strumenti arcaici e associati al comunismo!
  
 di Giuseppe Giampaolo
 
 Parliamo oggi di dazi e tariffe che vanno molto di moda in questo periodo negli Stati Uniti. Come ben sappiamo, il presidente americano, Trump, da vari mesi ha applicato dazi a tutto il mondo, perfino ad isolotti del Pacifico meridionale, abitati soltanto da pinguini. Cerchiamo di capire esattamente come funzionano questi dazi e di andare oltre i soliti “talking points” della destra e della sinistra. 
 
 Diamo, innanzitutto, una breve occhiata alla storia dei dazi; chi li usava e perché. 
 
 Dazi e tariffe sulle importazioni di prodotti stranieri hanno una storia molto antica. Sia nell’antica Grecia che nella Roma repubblicana, i dazi divennero strumenti economici ampiamente utilizzati dai governi dell’epoca. I motivi di tali dazi erano molto chiari. I cittadini romani del periodo repubblicano, per esempio, non erano sottoposti a un alto livello di tasse come noi al giorno d’oggi e, quindi, costituivano uno strumento necessario ai vari governi per finanziare progetti pubblici. Infatti, nel periodo repubblicano, i soli cittadini tassati erano i ceti alti che possedevano molte proprietà. Inoltre, queste tasse erano molto modeste.
 
 Inoltre, come oggi, i governi di quei tempi usavano i dazi per proteggere prodotti nostrani ritenuti strategici per la nazione (per esempio il grano). Sotto l’impero, le tasse divennero molto più diffuse, anche se restavano molto basse (4 o 5%).
 
 Nel Medioevo, le tasse e le tariffe divennero molto diffuse in tutta l’Europa. Le tasse venivano pagate ai signori feudali (i piccoli Trump di quel periodo) anche dai contadini in ore di lavoro e/o in percentuale sul raccolto. La Chiesa, ovviamente, faceva anche lei la sua parte e pretendeva tasse da tutti i contadini e cittadini. Le tariffe e i dazi venivano applicati dovunque: ai porti, per attraversare un confine, un ponte o una strada. 
 
 Veniamo alla parte economica e iniziamo dicendo che le tariffe sono tasse e hanno un effetto inflazionario sul paese che le applica. Punto. Se qualcuno vi dice il contrario, o non sa niente di economia, o sta dicendo delle falsità. Un ragazzo universitario al primo anno di economia capisce benissimo questo concetto. Il concetto economico è chiaro e semplice: meno offerta, prezzi più alti. 
Spesso, questa situazione inflazionaria e’ anche accompagnata da qualità più bassa dei prodotti per l’ assenza della competizione, che usualmente porta le aziende a produrre prodotti migliori dei competitori ed allo stesso tempo offrirli a prezzi migliori. Ne stiamo vedendo dappertutto i risultati di questa politica inflazionaria americana. Le tariffe americane e le contro-tariffe hanno alzato i prezzi dovunque, negli Stati Uniti, in Canada ed in Italia. Il vantaggio dei dazi? Più soldi per il governo, per lavori pubblici, per comprare armi o per finanziare sale da ballo mostruose, che sono comunque indispensabili a qualsiasi piccolo dittatore che si rispetti.
 
 Trump e gran parte degli americani si dichiarano a favore del capitalismo più sfrenato. 
I problemi con il capitalismo più sfrenato sono moltissimi (prodotti più scadenti e potenzialmente pericolosi per la salute e l’ ambiente, salari tenuti a livelli di povertà, tasse relativamente più alte per i ceti medio-bassi in paragone a quelle pagate dai ricchi o dalle aziende, ammortizzatori sociali eliminati, meno soldi per la sanità e la scuola, grandi problemi sociali e di criminalità causati dalla povertà, ecc.).
 
 Ma la parte ironica di tutto questo e che tariffe e dazi sono principalmente strumenti arcaici e associati al comunismo! 
Se ci pensiamo, il protezionismo, formato da alti dazi e tariffe, nella seconda parte del secolo scorso, fu applicato sistematicamente solamente dalla Russia sovietica e dalla Cina di Mao, con i risultati molto noti: prodotti costosi di pessima qualità, pochissima selezione (se volevi una macchina, potevi scegliere tra una Lada ed un Lada!), e salari bassissimi. I vantaggi di tale strategia, a parte di far ricchi gli oligarchi, erano che si produceva quasi tutto localmente e vi era molto lavoro per le persone. Insomma ‘America First’ e ‘Mother Russia’ sembrano molto vicine. Altro che capitalismo! 
 
 Comunque, dobbiamo renderci conto che l’ approccio opposto, cioé del commercio a livello globale, ha anche dei problemi enormi, soprattutto a livello ambientale e di sfruttamento di popolazioni straniere. Perciò, incominciamo ad ascoltare un po’ meno la retorica politica sia di destra che di sinistra, e invece cerchiamo di seguire un po’ di più i consigli di scienziati, esperti e di persone nel settore sociale. 
Quasi divertente il fatto che un aiuto all’ ambiente e alla crisi climatica ci venga proprio da Trump e dal suo protezionismo, che limiterà la libera circolazione di merci e, quindi, dei trasporti internazionali! 
 
 
 ***Joe Giampaolo é uno scrittore italo-canadese. La sua carriera di autore comprende sedici libri (saggi, narrativa storica e poesie) in inglese, in italiano e in lingua romanesca e moltissimi articoli su giornali e riviste su politica, affari e sport. Molti dei suoi libri hanno vinto premi letterari internazionali e sono stati dei bestseller su Amazon negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Canada e in Italia. Nel 2025, Joe Giampaolo ha fatto parte della giuria del prestigioso Premio Strega ed e’ un membro dell’ AICW (Association of Italian Canadian Authors).
