Si sono presi a pallate per sette ore, la Var del baseball funziona

di Nicola Sparano

 

Alle due di notte non ce l’ho fatta piu’ e me ne sono andato a cucca’, a dormire.

Intanto dentro al televisore spento non smettevano di prendersi a pallate.

In mattinata ho scoperto che la partita e’ durata due partite perche’ 9+9 fa 18 e che i Blue Jays sono stati spennati, in tutti i sensi visto che strada facendo hanno perso tre o quattro titolarissimi.

Il baseball e’ uno sport apprezzato da coloro che conoscono gli intrighi e le magagne del regolamento, agli altri fa scattare la catena degli sbadigli.

Una cosa c’e’ da dire subito: nel baseball il Var (istant replay) funziona non e’ soggetto a interpretazioni come nel nostro amatissimo, e spesso noiosissimo, calcio.

Nello sport che richiama alla lontanissima il gioco della nostra fanciullezza – la lippa, mazza e pivezo a Napoli e dintorni – chi e’ arrivato prima, o dopo, alla base viene deciso all’istante dal’umpire (arbitro) di base magari dopo aver confabulato con gli altri cinque; in ogni caso: decisione dettata dal fatto e non dall’interpretazione. E non ci sono sceneggiate, pianti, insulti e vaffa.

Sei ore, quasi sette, a vedere scambiarsi pallate filiformi efebi e omaccioni barbuti.

Il piu’ tenuto degli efebi era un bambolotto del Sol Levante che ha una mazza (bastone, prego) micidiale e che ad un certo punto ha tolto la vittoria dal nido degli uccelli blu perche’ il capo dello stormo (il coach che diventa rosso come un tacchino mano mano che si va avanti) non lo ha fatto “camminare” e lui ha risposto con un fuoricampo decisivo ed ha allungato la maratona.

Il baseball, per chi non lo sapesse, e’ l’unico sport dove c’e’ chi attacca soltanto e chi si difende soltanto, insomma non esiste contropiede, o ripartenze che siano.

In campo ogni inning (ripresa) ci sono 10 uomini, un pitcher (lanciatore) e nove difensori.

Gli altri, tutti gli altri, stanno a guardare soffiando bolle rosate di chewing gum o sputacchiando bucce di semi.

Dopo sei ore c’e’ chi cerca qualcosa di alternativo alle gomme da nasticare o dai semi di arachidi,  e si rifocilla con della frutta sopravvissuta alla fame degli spettatori seduti nei pressi della fossa dei leoni, il dugout.

Il guerriero battezzato come il famoso papa’, ad un certo punto ha azzannato una mela offertagli da un impiegato dei padroni di casa che nella circostanza ha interpretato il ruolo del serpente che fece cadere Adamo nella trappola.

Sara’ stato il caso, ma dopo quella mela la faccenda si e’ messa male.

 

***

World Series 2025: Freeman eroe al 18° inning. Dodgers battono Blue Jays 6-5 in una gara-3 da record

Los Angeles, California. Non una partita di baseball, ma una vera e propria epopea sportiva. Gara-3 delle World Series 2025 tra i Los Angeles Dodgers e i Toronto Blue Jays si è trasformata in una maratona titanica che ha messo a dura prova la resistenza di atleti e spettatori. L’incontro, durato quasi sei ore e contrassegnato da ben 18 inning, è stato vinto dai Dodgers con il punteggio finale di 6-5, portando i campioni in carica in vantaggio per 2-1 nella serie.

La durata dell’incontro è stata talmente eccezionale da eguagliare il record per numero di inning in una partita di World Series, un primato che i Dodgers stessi detenevano dal 2018 (allora fu un incontro di 7 ore e 20 minuti contro i Boston Red Sox).

Inizio frizzante e la risposta di Toronto

L’atmosfera incandescente del Dodger Stadium è stata subito premiata. I padroni di casa hanno preso il comando nelle battute iniziali, grazie a due colpi potenti. Nel secondo inningTeoscar Hernandez ha acceso la folla con il primo fuoricampo della serata. Subito dopo, la superstar giapponese Shohei Ohtani ha raddoppiato il vantaggio con un altro homers da un punto, portando Los Angeles sul 2-0.

Toronto, tuttavia, ha dimostrato carattere da vendere, replicando con veemenza al quarto turno. I Blue Jays hanno ribaltato completamente il risultato segnando ben quattro punti in un solo inning: un fuoricampo da tre di Kirk ha pareggiato i conti, seguito dal sacrificio di Gimenez che ha portato il parziale sul 2-4.

Ohtani e il botta e risposta infinito

La battaglia è proseguita senza sosta. Al quinto, i Dodgers hanno accorciato le distanze ancora una volta grazie all’abilità di Ohtani, che con un doppio a sinistra ha permesso a Hernandez di segnare il punto del 3-4. Immediatamente dopo, un singolo di Freddie Freeman ha consentito a Ohtani di trovare la base di casa, ristabilendo la parità sul 4-4.

Le squadre si sono ritrovate coinvolte in un nuovo botta e risposta al settimo: Toronto ha provato a fuggire con Bo Bichette (singolo a sinistra), ma Ohtani ha risposto prontamente, fissando il risultato sul definitivo 5-5 e dando il via alla maratona infinita.

Il colpo di scena al diciottesimo atto

Per dieci inning completi, la tensione è stata palpabile. Pitcher dopo pitcher, le difese hanno avuto la meglio sugli attacchi, e il punteggio è rimasto inchiodato sul 5-5, in un silenzioso duello di nervi.

Ci è voluto il diciottesimo inning per rompere l’equilibrio. A mettere la parola fine all’estenuante match è stato Freddie Freeman, che con un fuoricampo ha spedito la palla oltre la recinzione, regalando ai Dodgers la vittoria 6-5. Un finale da film che ha fatto esplodere di gioia il Dodger Stadium e ha consentito ai Los Angeles Dodgers di staccare i rivali, portando la serie sul 2-1.

Nella notte tra serata di oggi, martedì 28, le squadre torneranno in campo per gara-4, con i Blue Jays chiamati a reagire immediatamente per non compromettere un sogno inseguito da 32 anni.

 

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