Natale e’ sempre Natale anche se il mondo cambia

I soldi, con o senza busta, sono il regalo preferito dai giovani ed anche dai meno giovani

di Nicola Sparano

Oggi e’ la vigilia, domani e’ Natale.

Stasera, pesce fritto e baccala’, assente pero’ il capitone che non piace ai nati cca’.

L’anguilla extra large e’ una tradizione in meno di questo Natale decisa da coloro cui voglio bene, e loro a me, speriamo.

Il Natale è la festa soprattutto della famiglia, dell’amore, della gentilezza, dell’altruismo.

E’ il giorno in cui dobbiamo essere piu’ buoni con parenti, amici, col rompiscatole vicino di casa, con l’anaflbeta di calcio della squadra avversaria, con chi incrociamo al supermercato o in chiesa.

Sara’ un Natale diverso, su questo non ci piove, perche’ l’era digitale ha portato l’Intelligenza Artificiale e questa “cosa”,  astratta ma non tanto, riesce a simulare la realta’, cioe’ si vedono, si sentono, si toccano sensazioni, perfino persone, che non ci sono.

Veramente non saprei cosa puo’ arrivare a combinare questa Intelligenza Artificiale anche se qualche qualcosa si intravede.

E’ il caso  di una donna normale (mica tanto), una zitella del Sol Levante, si e’ creata l’uomo ideale virtuale e se l’e’ sposato. Chiaramente non ha potuto consumare, almeno quello no, ma ha coronato il sogno d’amore nato da una diavoleria chiamata ChatGPT accessibile soltanto attraverso smartphone e occhiali.

La sposa due volte in bianco ha spiegato di aver iniziato a dialogare con l’intelligenza artificiale perche’ col fidanzato umano le cose non andavano per la quale; con il tempo, quello scambio quotidiano di messaggi si è trasformato in un legame affettivo percepito come stabile, in parole povere  ha scoperto che le cose nella sua testa si erano sistemate per il meglio.

Il che fa sperare.

A lungo andare questa Aiei potrebbe fare comodo.

Come?

Se Bibi di Gerusalemme, lo Zar di Mosca, o l’ agitatore seriale Donald si mettessero a dialogare con la IA potrebbero diventare normali, ragionare e agire per il bene e non per il male.

Sarra’ un Natale diverso, dicevamo.

 Mentre l’era virtuale galoppa verso chissa’ quale futuro, il mondo nel quale siamo cresciuti cambia, cancellando le tradizioni dei temi belli di una volta.

La messa di mezzanotte non c’e’ piu’, l’hanno anticipata alle dieci o prima ancora.

Vedere il Bambinello apparire nella culla all’ora canonica – mezzanotte – e’ una tradizione cancellata dal Covid e dall’eta’ sempre piu’ avanzata dello zoccolo duro dei fedeli.

Intanto e’ scomparso anche…. San Francesco.

No, il santo dei poveri e degli animali c’e’ ancora.

Quello che ha chiuso i battenti – dopo 71 anni - e’ lo storico negozietto di panini imbottiti all’angolo di College e Clinton.

Alzi la mano chi non ha mai gustato lo sfilatino con cotoletta piccantissima: quel panino era – lo abbiamo scoperto dopo –  lo street food made in Italy che si abbinava alla perfezione con la birra fresca disponibile a due passi.

La chiusura di San Francesco Sandwiches non e’ dovuta alla mancanza di clienti, ma all’eta’ avanzata della proprietaria, vedova da qualche anno.

Il mondo invecchia e cambia, forse per in meglio, o forse no: per conferma chiedere a quei poveracci di Gaza, agli ucraini e ai tanti sventurati che si trovano giornalmente tra l’incudine ed il martello.

Per noi della terza eta’ il passato era migliore, la vita era piu’ semplice,  meno complicata: il capitone a Natale, i fichi secchi e il carbone nella calza, la strada come parco giochi, la scuola con il grembiulino e la farfalla, Bartali contro Coppi e viceversa, il Napoli con Bugatti in porta e Pivatelli in attacco, la Juve di Charles, Sivori e Boniperti, l’Inter del mago Herrera, il Milan di Rocco, Rivera e Jose Altafini, la Ferrari che ci faceva sentire orgogliosi di essere italiani.

Noi, i ragazzi di allora, eravamo diversi, piu’ ingenui, meno al passo coi tempi, poco e male informati.

I nostri figli, cresciuti davanti alla Tv, hanno perlopiu’ beneficiato dal fatto che nelle case degli espat la mangiatoia e’ stata sempre bassa, che la disponibilita’ economica ha aperto quelle porte, precedentemente chiuse ai genitori, attraverso le quali i lori figli, nostri nipoti, sono diventati parte integrante della “generazione digitale” , quella che – grazie alla conoscenza diretta e senza filtri di guerre, massacri e genocidi - potrebbe e dovrebbe far diventare piu’ buono il mondo non solo a Natale ma ogni giorno.

E’ possibile?. La chance che il mondo migliori da un giorno all’altro e’ simile a quella di consumare il pasto nella viglia senza che i quattro nipoti tengano il naso, e l’attenzione, nei telefonini.

Provero’ a sequestrare quelle diavolerie elettroniche, ma sara’ difficile.

In ogni caso, sara’ un gran bel Natale anche se smanetteranno tra un portata e l’altra.

                                                                        BUON NATALE A TUTTI

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